LISA GASTONI … la femminilità. Ecco il book fotografico di 50 anni di carriera

Lisa Gastoni

lisa gastoni

Lisa Gastoni, pseudonimo di Elisabetta Gastone (Alassio, 28 luglio 1935), è un’attrice cinematografica italiana.

Lisa Gastoni – La scheda del personaggio

Nascita: 28 Luglio del 1935 a Alassio

Ancora in vita

Professione: Attrice

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Maggior successi

Nel 1966 gira da protagonista Svegliati e uccidi di Carlo Lizzani, nel quale si fa notare nel ruolo di Candida, compagna del «solista del mitra» Luciano Lutring, interpretato da Robert Hoffmann. La pellicola ottiene un notevole successo e l’interpretazione di Lisa Gastoni viene premiata con il Nastro d’argento.

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Il film maggiormente legato all’immagine di Lisa Gastoni è però indiscutibilmente il cult movie Grazie zia (1968) di Salvatore Samperi, nel quale è una conturbante e raffinata zia, attirata in un morboso rapporto psico-incestuoso dal nipote finto-paralitico, interpretato dal giovane Lou Castel, reduce dal successo di I pugni in tasca di Marco Bellocchio. La sua interpretazione sarà premiata con la Targa d’oro ai David di Donatello.

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Negli anni settanta gira invece pochi film, in virtù di una sua scelta di lavorare solo con registi di qualità. Dopo essere quindi apparsa in La seduzione (1973), di Fernando Di Leo, nel 1974 interpreta il ruolo di Claretta Petacci in Mussolini ultimo atto di Carlo Lizzani e Amore amaro di Florestano Vancini, per il quale l’anno successivo vince il suo secondo Nastro d’argento

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lisa gastoniCuriosità

Di padre italiano e madre irlandese, negli anni del dopoguerra si trasferisce a Londra dove inizia la sua carriera di fotomodella e attrice. Approda al cinema italiano negli anni sessanta, interpretando alcuni film di genere.

Dopo aver debuttato in teatro nel 1979 con La Celestina di Fernando de Rojas, sotto la regia di Luigi Squarzina, si è ritirata dalla scene, dedicandosi alla pittura e alla scrittura. Vi è ritornata a metà anni duemila con alcune eccellenti interpretazioni per il cinema e la televisione, ottenendo con Cuore sacro (2005) di Ferzan Özpetek ancora una candidatura ai David di Donatello e al Nastro d’argento. C0157

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